Scheda n. 4408

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1673

Titolo

Apollo amante / [Carlo Grossi]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Grossi, Carlo (1634-1688)
dedicatario: Leopoldo I d'Asburgo (1640-1705)

Pubblicazione

Venezia : Francesco Magni Gardano, 1673

Descrizione fisica

P. 353-371

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’incipit testuale; nome dell’A. dal front. dell’intera edizione.

Titolo uniforme

Eran del cielo i campi. Cantata, Apollo amante

Organico

Basso e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Sirch 1999: 5.29, pp. 112-3

Descrizione analitica

2.1: (aria, sol minore, 3)
Che ti giova o re del lume
3.1: (aria, sol minore, c)
Occhi belli morirò
4.1: (recitativo, c)
Quivi posando il plettro
5.1: (aria, sol minore, 3)
Sfacendato dio bendato
6.1: (recitativo, c)
A tai voci riscosso
7.1: (aria, sol minore, 3/2)
Idolo amato arresta
8.1: (sol minore, c)
Ella qual tigre ircana

Trascrizione del testo poetico

Eran del cielo i campi
Seminati di stelle
E fra solchi di luce
Germogliava nascente appena il giorno,
Quando alle sponde intorno
Del tessalo Peneo d’altre fiammelle
Che di quelle dell’alba, Apollo acceso
Sovra tenera cetra
Così spiegava i suoi lamenti a l’Etra.

Che ti giova o re del lume
Calpestar col piè dorato
Le vicende al tempo al fato
L’esser divo l’esser nume
Se beltà dolce e tiranna
Ai divini anco è letale
Se nel ciel nato immortale
A morir qui mi condanna.

Occhi belli morirò
Cederò la deità
Alla vostra ferità.
Gran portento il ciel vedrà
Che le stelle sian là su
Tutte ancelle al dio dell’hore
E qua giù aver farij
Del sol gl’astri d’amore.

Quivi posando il plettro a pié d’un faggio,
Pensieroso assiso, fe’ della bella
Mano ch’indora l’alba
Un molle appoggio al viso.
Dafne superba intanto
Che chiudeva nel seno
Nata da freddi flutti alma di gelo
Dell’amoroso telo
Gl’onnipotenti effetti
Baldanzosa scherniva in questi detti:

Sfacendato dio bendato
Tendi l’arco a tuo talento
Se gli arbitri non feri io non pavento.
Sfacendato dio bendato
Tendi l’arco a tuo talento
Se un voler risoluto un no lo scioglie.
S’ha l’essenza tua potenza
Da un mio libero desio
Quando niego d’amar non sei più dio.

A tai voci riscosso
L’innamorato e leggeadretto nume
A lei volgendo il lume
Che fe’ con questo dire
Amorosa pietà del suo martire:

Idolo amato
Arresta il piè.
L’aspro dolore
Del sol piagato
Ascolta ohimè.
D’un dio che more
Habbi pietà
Di tua beltà
Un sol splendore
Rivolgi a me
Idolo amato
Arresta il piè.

Ella qual tigre ircana
Ch’al’armonie s’adira, a questi accenti
Fuggì rapida e lieve al par de’ venti.
Ma sul paterno fiume
Fatta pianta d’allor fermò le piante
E fu d’alma sprezzante
Di superbo rigore
Castigo sì ma esempio ond’altro impari
Che ne gl’Orti d’amore
Han le piante più belle i frutti più amari.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione AA.93.29

Scheda a cura di Licia Sirch
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