Tipo record
Scheda inferiore
Tipo documento
Musica manoscritta
Data
Data incerta, tra il 1660 e il 1690
Titolo
Chi racchiude nel petto scintilla / [di Carlo Grossi]
Presentazione
Partitura
Legami a persone
compositore: Grossi, Carlo (1634-1688)
Fa parte di
Arie ed Ariette. Pezzi 16 / [Carlo Grossi] (n. 6212/2)
Pubblicazione
Copia
Descrizione fisica
9v-17r cc.
Filigrana
Non rilevata
Note
Nome dell’Aut dall’edizione de La Cetra d’Apollo di Carlo Grossi stampata a Venezia nel 1673. Cfr. record Clori 44 e 757. Nel ms. la cantata è erroneamente numerata 3, figurando così, a c. 2r, come cantata 2 Temerario garzon laddove nel v. della carta precenente figurava il richiamo alla continuazione con il cambiamento di tempo da 3 a C.
Titolo uniforme
Chi racchiude nel petto scintilla. Cantata, Op.6.16. S.5.16
Organico
Soprano e continuo
Descrizione analitica
1.1: (recitativo-arioso, sol minore, c)
S, Chi racchiude nel petto scintilla
%C-1@c 4-8''DD4D8DD/8DD8-8bEEEED/4DD4-8D'G/
S, Chi racchiude nel petto scintilla
%C-1@c 4-8''DD4D8DD/8DD8-8bEEEED/4DD4-8D'G/
2.1: Tardo(aria, sol minore, 3)
S, Vidi celeste oggetto
S, Vidi celeste oggetto
3.1: (aria, sol minore, 3)
S, Quante volte m'accingo
S, Quante volte m'accingo
4.1: (sol minore, c)
S, La bella co' suoi vezzi
S, La bella co' suoi vezzi
5.1: (sol minore, c)
S, Fabbro di rie sventure
S, Fabbro di rie sventure
6.1: Vivace(aria, sol minore, 3)
S, Ardi pur dunque e taci
S, Ardi pur dunque e taci
Trascrizione del testo poetico
Chi racchiude nel petto
Scintilla di pietade
Chi non è disumano
Chi ha cor da compatire
Oda l’aspra cagion del mio languire.
Vidi celeste oggetto
Ma non oso scoprire
S’era ninfa o pur dea
O martir infiniti
Già ch’amor e timor van sempre uniti.
Quante volte m’accingo
Per snodar la favella
Tante volte il mio core
Prova di pene un mare
Celando al mio bel sol di non amare.
La bella co suoi vezzi
Mi costringe ad amare
Timor mi fa fuggire
Ma poi da lei partito
Tosto mi pento d’essermi pentito.
Fabro di rie sventure
Segretario mio core
Sempre n’andrai penando
E fia dolor maggiore
Il non ardire ch’il cocente ardore.
Ardi pur dunque e taci,
E invece dele voci
De le gioie e de baci
Sien sospiri e dolori,
E in faccia a sì bel sol prova i rossori.
Paese
Italia
Lingua
Italiano
Segnatura
I-MOe - Modena - Biblioteca Estense e Universitaria
collocazione Mus.G.306.2
collocazione Mus.G.306.2
Scheda a cura di Licia Sirch